Docente di danza orientale: Chiara Spiga
La Raqs Sharqi, o Danza Orientale, è antica quanto il mondo ed è sempre stata tramandata da madre in figlia.
La sua tradizione ha origine nella notte dei tempi come danza rituale per celebrare la Vita e la Morte, per propiziare gli Dei e la fertilità della Grande Madre, la Terra. E’ quindi la testimone di un’antica civiltà matriarcale che riconosceva al Femminile tutta la sua potenza.
Pur stravolta e snaturata dalle società patriarcali, l’ancestrale Danza della Vita è sopravvissuta in forme e sembianze diversificate in molti luoghi. Ha attraversando lo spazio e il tempo; ha subito lunghi e insidiosi cambiamenti che ne hanno mutato le finalità. Tuttavia, ancora la si ritrova in quell’insieme di danze arabe che includiamo sotto il nome generico di Danze Orientali. Le donne arabe hanno custodito e tramandato questa antica danza come espressione di gioia e di libertà. In Egitto, capitale dell’Impero Ottomano, essa ha raggiunto una grande fioritura artistica.
La forma tradizionale (folcloristica e colta) è stata sempre più offuscata dalla “danza del ventre“, nata all’inizio del ‘900 nel Cabaret come danza di seduzione. Questo termine evidenzia solo una parte del corpo interessata alla danza, allontanandosi molto dall’idea d’armonia e completezza che ne rappresenta l’essenza.
La Danza Orientale è molto più di una semplice danza lasciva di seduzione, è una forma d’arte in perfetta armonia con il corpo e le sue leggi, con i suoi movimenti pieni di dolcezza, di grazia e di gioia che coinvolge tutto il corpo e risveglia l’energia femminile, favorendo il crearsi di un armonico equilibrio tra il corpo, la mente e l’anima.